
PENALE E CIVILE - Piazza Alpini 32 Piancogno BS
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SANZIONI STRADALI - COME OPPORSI?
Si tratta di una delle situazioni più frequenti a carico del cittadino, spesso ai limiti della vessazione e con margini di possibile opposizione.
Prima di procedere al pagamento devono essere verificati una serie di elementi invalidanti la sanzione. Tra questi:
1. presenza di errori formali nel verbale
2. intervenuta prescrizione dei termini di notifica
3. presenza di altri elementi oggettivi, esempio limiti di velocità differenti segnalati, assenza degli stessi o mancanza dei cartelli preavvertitori.
In presenta di queste o altre più complesse situazioni è possibile proporre opposizione al Prefetto o al Giudice di Pace, con buone probabilità di successo. tuttavia, devono essere attentamente valutate la possibilità di ricorso e l'opportunità dello stesso, poiché spesso la conferma della sanzione comporta il pagamento completo della stessa.
DIRITTO DI FAMIGLIA
Cassazione 18785/2021
Revocabile l'assegno di mantenimento al figlio maggiorenne non autosufficiente a causa della sua colpevole inerzia.
ELIMINAZIONE DEL COGNOME BIOLOGICO O MODIFICA DEL COGNOME
E' sempre possibile agire per la modifica di un cognome che si ritiene importi disagio sociale o crei danni reali.
Inoltre, è possibile chiedere l'eliminazione del cognome biologico preposto a quello dell'adottante.
In entrami i casi deve essere presentata motivava istanza al Prefetto, ponendo particolare attenzione alla formulazione delle ragioni sottese alla richiesta.
DIRITTO PENALE -
Riforma Cartabia, cosa cambia?
Iniziamo oggi un percorso in pillole delle principali novità introdotte dalla recente riforma della Giustizia.
1. IMPROCEDIBILITÀ
Rimane lo stop alla prescrizione in Appello e in Cassazione introdotto dalla riforma Bonafede, ma di fatto viene sterilizzato con una "dichiarazione di improcedibilità" che scatta al superamento di un limite di tempo: infatti, a prescindere dalla prescrizione, il processo penale si interrompe dopo due anni in Appello e dopo un anno in Cassazione con la dichiarazione di improcedibilità..
Al fine di mitigare l'impatto di questo nuovo strumento sono esclusi i reati imprescrittibili, ovvero quelli punibili con l'ergastolo, e per alcuni reati particolarmente gravi o di particolare complessità, per i quali il periodo di tempo oltre il quale scatta l'improcedibilità sale a tre anni in Appello e a 18 mesi in Cassazione Inoltre, per taluni reati (mafia, terrorismo, violenza sessuale e traffico di droga) saranno possibili ulteriori deroghe ai tempi suddetti.
Sono previsti poi due correttivi:
- una sospensione dei termini per l'improcedibilità (che ricalca quella per interrompere il decorso della prescrizione);
- la salvaguardia degli effetti civili delle condanne in primo grado, che restano validi anche se in Appello o in Cassazione scatta l'improcedibilità.
La legge verrà attuata in modo graduale: il testo vale per reati commessi dopo il 1° gennaio 2020 ed entrerà in vigore con una fase transitoria fino a fine 2024. Dal 2025 i processi dovranno durare, come sopra introdotto, due anni in Appello e uno in Cassazione, con la possibilità che i procedimenti più complessi arrivino rispettivamente fino a tre anni e a 18 mesi. Per i reati più gravi (mafia, terrorismo, violenza sessuale e traffico di droga) possibili ulteriori proroghe, che per l'aggravante mafiosa saranno massimo 4 (2 in Appello e 2 in Cassazione).
Per evitare tagliole, la legge porterà anche all'assunzione di 20mila persone in più, tra cui 16.500 assistenti di magistrati.
DIRITTO DEL LAVORO
DIFENDIAMO I TUOI DIRITTI
Il datore di lavoro può licenziare il dipendente che non si vaccina?
Il dibattito sulla vaccinazione obbligatoria, tutela della salute e sicurezza sul lavoro è intenso e quotidiano, con rilevanti aspetti di valenza costituzionale. Anche riguardo al tema del licenziamento del lavoratore che non si vaccina i i seppur autorevoli pareri non sono conformi. Pertanto, Il licenziamento resta ad oggi l'extrema ratio da ben ponderare, poiché che gli stessi giudici hanno sentenziato in modo differente su casi almeno in apparenza molto simili.
Ne discende, quindi, il suggerimento ai datori di lavoro di usare la massima prudenza, valutando caso per caso e riposizionando il lavoratore a mansioni interne o ponendolo in smart-working, ove possibile.
Nel contempo, nessun elemento giuridico attuale pone il lavoratore nella certezza di non poter essere licenziato e gli argomenti di opposizione all'eventuale licenziamento sono suscettibili di differenti valutazioni, seppur con una prevalenza di valutazione a favore dell'impugnabilità del licenziamento.
Invitiamo a leggere l'interessante l'approfondimento pubblicato in merito dai colleghi del sito altalex.com